Oggi vorrei parlare dei tessuti Siriani SAYE'(LUCIDI) E MOIRE'(OPACHI).
A guardare le foto dell’inizio del secolo scorso- quelle che ritraggono i siriani e i palestinesi nei momenti della vita quotidiana – si possono distinguere i tessuti rigati tipici di quelle aree, con i colori vivaci, chiamati se lucidi SAYE’ , se opachi MOIRE’ .
Tali tessuti venivano prodotti in diverse citta’ della Siria come Aleppo, Homs, Hama, Damasco ma anche in Palestina.
A differenza degli originali e inegualiabili Damascati e i Brocard – nati in Siria nel 555 d.C e destinati a partire del 660 d.C, per volonta’ del khaliffo Omayyadi, solo ai principi!- I SAYE’ e I MOIRE’ nascono per motivi religiosi. Essi non sono fatti come gli altri di seta pura tessuta coi fili d’oro e d’argento ma di seta 50% mista a cotone 50%; la regione sta nel fatto che nell’Islam e’ vietato all’uomo indossare la seta pura se non per motivi di allergia .
Damasco era la città più produttiva di tutta la regione nel 1869 per questi tessuti; nel 1870 c’erano a Damasco ben 3000 telai attivi con una forza lavoro di 20,000 persone e ad Aleppo 6000 telai con 30,000 persone che lavoravano ai tessuti.
La vita quotidiana dei siriani è ben rappresentata nei disegni, uno dei più famosi è la NAOURA che rappresenta le Norie di Hama le ruote idrauliche caretteristiche delle citta’. Nel passato gli artigiani, esattamente come avveniva per il mercato dell’oro, si specializzavano in una tipologia particolare di disegno. Ogni famiglia ne inventava uno.
La vivacità e la ricchezza dei colori sono la proiezione delle realta’ che giravano attorno ai produttori: sole, profumi, frutta e fiori.
Purtroppo la dominazione francese non ha facilitato la conservazione di questo patrimonio e il massacro avvenuto nel quartiere cristiano ALQAIMARIA (il cuore della produzione della seta) è stato determinate nel rallentare la produzione.
Non dimenticherò mai la mia prima impressione in un negozio nel Suq dei Sarti a Damasco: attratta da scaffali pieni di stoffe ordinate, colorate e luminose ne ho comprate d’istinto tante, senza sapere che cosa ne avrei fatto, erano irresistibili.
Solo sei anni dopo ho cominciato a usarle , creando oggetti frutto di un mix incredibile di culture; le prime borse erano double face, nate dall’unione dei tessuti tecnologici dell’azienda italiana Limonta con i rigati della Siria…
Queste mie creazioni furono accolte con grande entusiasmo , non facevo in tempo a realizzarne una che le mie amiche e le loro amiche me ne chiedevano altre.
Così è iniziata la storia delle borse in SAYE’ e MOIRE’.
La foto con collage sono delle primissime borse realizzate nel 1998.
Mona Mohanna
Concetta Capacchione dice
Una storia affascinante e tessuti bellissimi con cui realizzi creazioni davvero particolari. Grazie Mona per la bellezza che ci regali.
admin dice
Grazie a te Concetta per aver colto la bellezza della cultura del medio oriente!!